SERVIZIO SANITARIO
E MEDICO DI
BASE
Oggi ci occuperemo di un argomento di
particolare importanza.
Ci occuperemo della nostra salute e di chi
ha il compito di garantircela: il medico
di base, altrimenti conosciuto come il medico della mutua.
Siamo tutti d’accordo che quando manca
la salute manca tutto.
Il medico di base conosciuto anche come
il medico di famiglia, è la
denominazione da preferirsi, corrisponde a quel personaggio favoloso che in
tempi andati era il medico condotto, un personaggio mitico che senza l’ausilio
dell’attuale avanzatissima tecnologia, TAC, RNM, analisi sofisticate, faceva la
diagnosi e stabiliva la terapia, avendo a disposizione un armamentario
terapeutico molto limitato.
E’ rimasto proverbiale l’intuito
diagnostico del grande Augusto Murri .
Ma, attenzione, non commettiamo l’errore di
rimpiangere il passato.
Oggi i progressi della scienza hanno debellato
definitivamente malattie che non molti anni addietro decimavano le popolazioni:
pensiamo alla peste di manzoniana memoria, pensiamo alla tubercolosi, al
vaiolo, alla sifilide, alla poliomielite. Pensiamo all’ulcera, che pure mieteva
le sue vittime, recentissimamente
sconfitta grazie a potenti antiacidi , gli inibitori della pompa protonica.
Pensiamo infine che ogni volta che
assumiamo un antibiotico, senza la provvidenziale scoperta di Fleming, la
nostra vita sarebbe stata messa a repentaglio anche a causa di una banale
infezione.
Ma pensiamo anche ai progressi della
chirurgia, ai trapianti d’organo ormai di routine, alle staminali, alla mappatura del DNA, di cui sempre più
spesso si serve la polizia scientifica per incastrare autori di delitti e via
discorrendo.
Quindi, niente rimpianti per il passato.
Tutto sommato, il servizio sanitario del nostro
Paese, anche in considerazione delle risorse di cui dispone, ci assiste in modo
accettabile.
Tuttavia, ritengo che con un piccolo
aggiustamento e senza aggravio di costi per lo Stato, anzi con assai probabili
economie, si potrebbe ottenere una maggiore soddisfazione degli utenti e grossi
vantaggi per la loro salute.
Allo stato attuale i medici di base si
sentono frustrati e non compiutamente realizzati in quanto percepiscono la loro
prestigiosa professione ridotta ad una sorta di burocratica funzione.
Le visite sono necessariamente brevissime, la
diagnosi viene delegata ad una miriade di specialisti, per cui la
responsabilità della salute del paziente,
parcellizzata fra tante figure professionali, di fatto viene ad essere
annullata e comunque spessissimo il paziente che il suo medico non può seguire
per mancanza di tempo, viene scaricato all’ospedale, con un aggravio di costi che tutti
immaginano.
I pazienti dal canto loro, anch’essi
sfiduciati, sono sempre più consapevoli che non dispongono di un medico ma di
un burocrate , o meglio, di un professionista messo nella condizione di non
potere esercitare al meglio una professione assai delicata e difficile.
In pochi minuti, con la sala d’aspetto gremita
di persone in attesa, non si può affrontare il problema sanitario del paziente,
ascoltare i sintomi, fare una diagnosi e stabilire una terapia.
Oggi il medico di base si vede assegnato
un numero di pazienti assolutamente ingestibile: 1.500!
Quanto del suo tempo può dedicare a ciascuno di essi?
Ben poco. Infatti sempre più spesso, molti pazienti cercano altrove la panacea
per i loro problemi di salute. Si rivolgono alle cosiddette medicine
alternative, tipo agopuntura, all’omeopatia che ora la scienza ha bollato
impietosamente come assolutamente inefficace
al pari di un placebo, ai rimedi della nonna, quando non alle fattucchiere del
tipo di Vanna Marchi.
Del resto,
anche uno scienziato del calibro di Umberto Veronesi ha recentemente lanciato
un allarme ben preciso contro quella sorta di cultura strisciante e subdola,
antiscientifica e antimodernista, oggi pericolosamente assai in voga.
Se veramente vogliamo valorizzare la
figura del medico di base e restituirgli quella fiducia che merita, il rimedio
ci sarebbe. Sono convinto che prima o
poi ci si arriverà ad onta della demagogia: dimezzare il numero di pazienti a carico del medico di base, applicare un ticket da valutare bene, ad
esempio di 10 euro per ogni visita, da pagare direttamente al medico.
Oggi,tutti coloro, e sono tanti, i quali
vanno dal medico senza effettiva necessità, ma unicamente perchè hanno bisogno
di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, si asterrebbero. Inoltre, tutto
ciò che non ha un costo, non ha valore o vale poco.
Con questo sistema si assicurerebbe al medico un
compenso soddisfacente senza oneri a carico dello Stato. Diminuirebbero i
ricoveri ospedalieri. I medici ne guadagnerebbero in soddisfazione professionale e prestigio. I pazienti a
fronte di un esborso sopportabile,
finalmente usufruirebbero di un medico e non di un burocrate.
Oggi, praticamente il ticket già esiste: quando un
paziente è preoccupato per un problema importante, si rivolge ad uno
specialista a pagamento, e rivolgersi
una sola volta in un anno ad uno specialista a pagamento, spesso senza ottenere
la ricevuta fiscale, costa più di quanto si spenderebbe per un anno di ticket.
Quanto alle
fasce sociali meno abbienti, si potrebbe studiare la elargizione di un certo
numero di ticket a costo zero.
Insomma sarebbe l’uovo di Colombo. Ne
guadagnerebbe lo Stato, i medici e
soprattutto la salute dei cittadini.
Cesare ZACCARIA 26 giugno 2006