ALCOA
e i luoghi comuni
L’ALCOA
è un’azienda multinazionale produttrice di alluminio, metallo molto resistente
ma più leggero dell’acciaio, quindi molto richiesto dalle industrie che
fabbricano aerei e automobili di fascia alta per le quali il peso costituisce
un handicap.
Ai
giorni nostri, tutte le attività umane, compresa la vita privata di un
pensionato, sono utenti di energia elettrica. A maggior ragione le attività
produttive. Le industrie produttrici di alluminio, in particolare, che devono
separare l’alluminio dalla bauxite e altri inerti, richiedono grandi quantità
di energia elettrica.
L’Italia,
grazie, si fa per dire, allo sciagurato referendum del 1987, riproposto nel
2011, ha rinunciato a quella fondamentale fonte di energia che sono le centrali
nucleari, per di più dopo avere speso ingenti risorse per costruirle. Gli
italiani hanno esorcizzato le paure dei rischi, puramente ipotetici quanto
improbabili derivanti da una disfunzione delle centrali in discorso, regalando
significativi vantaggi ai paesi confinanti, sia in termini di nostra ridotta
competitività, sia perché questi ci vendono energia elettrica, ovviamente,
guadagnandoci.
Tutti
noi cittadini italiani stiamo pagando il prezzo di questa scelta, ma qualcuno,
come gli ex dipendenti dell’ALCOA, ora disoccupati, pagheranno anche, un
sovrapprezzo. Chi li aveva convinti a votare “no” ai referendum, queste
cosette, non gliele aveva spiegate.
Per
– luoghi comuni – si devono intendere quelle opinioni assai diffuse tra la
gente, spesso prive di fondamento e promosse da chi ha interesse a condizionare
l’opinione pubblica a proprio vantaggio.
Secondo
un diffuso luogo comune, noi saremmo molto indietro nello sfruttamento delle
fonti alternative di energia elettrica. La verità è un’altra. Siamo secondi
solamente alla Germania, che però ha iniziato molto tempo prima di noi. La
regione Puglia, ma non solo, ha visto il panorama delle campagne stravolto da
migliaia di torri eoliche. La diffusione di pannelli fotovoltaici ha sottratto
milioni di ettari alle produzioni agricole, il prezzo dei terreni è arrivato ai
massimi livelli d’Europa.
Nessuno
s’illuda, le fonti alternative, compreso, il carbone, cancerogeno,
l’idroelettrico, il gas, ecc. al massimo
ci potranno assicurare il trenta per cento del fabbisogno; il restante settanta
per cento, dovrà essere ricavato importando petrolio, costoso e inquinante,
gas, o, energia dai paesi che la
ricavano dalle centrali nucleari.
Nel
nostro Paese, la diffusione di pannelli fotovoltaici e torri eoliche si è
sviluppata grazie ai seducenti incentivi statali, finanziati a spese di tutti
noi contribuenti, compresi i lavoratori
dell’ALCOA che quindi hanno pagato tre volte quella scelta referendaria: come
cittadini, come contribuenti e come lavoratori.
La
disinformazione, una certa pusillanimità caratteriale, hanno un prezzo.
Ora
gli incentivi sono stati ridotti. Qualcuno del governo ha ragionato.
Cesare
Zaccaria
Oggi,11
novembre 2012, il Corriere Della Sera, a firma Ernesto Galli Della Loggia,
scrive: uno dei peggiori flagelli dell’ultimo quindicennio: l’invasione delle pale
eoliche.
Numero delle pale eoliche nell’anno
2011: 4.851!
La loro altezza oscilla tra i 125 e
i 170 metri, ognuna con una base di calcestruzzo di 20 metri di lato per 3 di
spessore, nonché pali di fondazione sprofondati nel terreno per almeno 20-25
metri.
In tutta Italia, il paesaggio che
abbiamo tanto amato, rischia di essere un semplice ricordo.
Ma,
c’è un altro flagello: quello dei
pannelli fotovoltaici, installati grazie agli incentivi statali finanziati
da tutti noi contribuenti.
Prossimamente
forniremo i danni che producono. Intanto, prefiguratevi cosa succederà quando
tra pochi anni saranno abbandonati, semidistrutti dai vandali, completeranno la nefasta azione di offesa del
territorio. Ambientalisti, dove siete?
Cari
amici che mi leggete, non vi fate condizionare; per farsi delle idee politiche,
bisogna informarsi, in caso contrario danneggiate voi stessi e il vostro Paese.
Quello
che vedete di fronte ai vostri occhi, è solamente una piccolissima parte della
realtà, spesso ingannevole. Le statistiche si fanno con i grandi numeri.
CESARE
ZACCARIA 4 novembre 2012
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