I
sans papiers e i senza casa
I “sans papiers” in Francia sono gli
immigrati clandestini senza documenti e senza diritti, anzi ricattabili e
sfruttabili da parte di occasionali datori di lavoro senza scrupoli.
In Italia abbiamo anche noi i sans papiers,
ma abbiamo anche i senza casa, una percentuale di cittadini, per vari motivi
non possessori di una casa di abitazione, che pertanto devono rivolgersi al
mercato dei fitti, mercato esclusivamente in mano ai privati, in quanto da noi
lo Stato non offre case ai non abbienti, diversamente dalla situazione
esistente all’epoca del “deprecato ventennio” quando lo Stato Fascista
costruiva case di buona qualità e
decorose alla vista, offerte a prezzi accessibili.
Se oggi non ci fosse chi, a fine età
lavorativa, investendo il TFR, indennità di fine lavoro, nell’acquisto di
un’abitazione da offrire in fitto per arrotondare la pensione, dove andrebbero
a dormire i senza casa visto che lo Stato Repubblicano non se ne occupa? Questa
è una categoria di cittadini praticamente ignorata.
L’introduzione dell’IMU aggiunta alle
altre imposte che gravano sulla proprietà edilizia, alle spese di manutenzione,
ai canoni dei servizi: Tarsu, luce, gas, tutti maggiorati, è la goccia che fa
traboccare il vaso, scoraggiando l’acquisto di abitazioni da mettere a reddito
con una serie di conseguenze non di poco conto.
Intanto provoca un pesante rallentamento
nell’attività edilizia con relativa perdita di posti di lavoro e mancati
introiti d’imposte.
La progressiva rarefazione dell’offerta di
abitazioni provoca un aumento dei canoni di fitto che mette in gravissima
difficoltà i senza casa, generando contemporaneamente un’ antipatica
conflittualità tra inquilini e padroni i quali a loro volta nonostante i canoni pagati con grande
difficoltà dagli inquilini, non traggono un reddito adeguato dall’investimento
effettuato.
Tanto per essere chiari, chi investe
nell’acquisto di abitazioni da concedere in fitto, oltre che un’operazione
economica a proprio vantaggio, compie un’operazione di grande valore sociale,
laddove lo Stato è latitante.
Anche per queste considerazioni,
l’introduzione dell’IMU deve essere considerata assolutamente dannosa e da
abrogare urgentemente.
L’obiezione dell’inferiore gettito fiscale,
non sta in piedi.
E’ vero il contrario. Ogni volta che deprime
qualsiasi attività imprenditoriale, lo Stato incassa un gettito fiscale più
modesto. La sciagurata “spending review” che l’attuale governo sta attuando, lo
sta dimostrando chiaramente.
CESARE ZACCARIA 24 settembre 2012
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