domenica 3 febbraio 2013

Conseguenze di una sentenza


Conseguenze di una sentenza
La sentenza che ha condannato il dott. Silvio Berlusconi ad assegnare all’ex moglie Veronica Lario il pagamento mensile della somma incredibilmente spropositata di tre milioni di euro  vita natural durante, ha suscitato vari commenti. C’è chi afferma che il collegio giudicante non fosse compos sui, ossia nel pieno possesso delle facoltà mentali. Altri invece ritengono che la sentenza fosse stata ben meditata e mirasse ad arrecare il maggior danno possibile all’onorevole Silvio Berlusconi. Insomma, ritengono che sia uno dei numerosissimi tentativi di eliminare dalla scena politica un personaggio che gode di largo seguito tra gl’ italiani.
I fondamenti giuridici della sentenza di Milano dovrebbero essere quelli insiti nel disposto dell’art. 156 del codice civile che così recita:
156. Effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra coniugi.Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri.
L’applicazione sensata e generosa del citato articolo del codice civile, sarebbe potuta essere l’assegnazione di un vitalizio di trentamila euro mensili.  Tre milioni di euro al mese, sono una cifra irragionevole, spropositata, inaccettabile.
Ci auguriamo che la sentenza sia riformata anche perché in caso contrario, si aggiungerà ulteriore discredito ad un sistema giudiziario inetto, non al di sopra delle parti perché fortemente politicizzato a favore di una sola delle fazioni in campo, e urgentemente bisognoso di una drastica  riforma. 
 Nell’immediato dopo guerra, il nostro Paese era seriamente minacciato dall’espansionismo dell’Unione Sovietica che aveva in Palmiro  Togliatti, un cavallo di Troia senza scrupoli. Alcide De Gasperi con il dichiarato scopo di erigere un baluardo politico a difesa del grave immanente rischio della perdita della nostra sovranità e di tutte le libertà costituzionali incitò gli Italiani a mobilitarsi organizzandosi in una nuova formazione politica.  Fu così e per questo importante motivo che nacque il partito denominato Democrazia Cristiana.
Sotto l’illuminata guida di De Gasperi, l’Italia conobbe un periodo di grande espansione. Il futuro appariva incoraggiante e gli italiani animati da grande dinamismo. Il benessere si diffondeva in tutti gli strati della popolazione.
Purtroppo, successivamente alla morte di De Gasperi che aveva tenuto a bada l’aggressività della minoranza comunista, la DC, minata dalla presenza nel suo interno di elementi infiltrati e corrotti, stipulò con gli avversari politici un patto scellerato conosciuto come “ Compromesso storico”.
Da allora iniziò il declino del nostro Paese culminato con il’68, il terrorismo, l’assassinio di Aldo Moro, le Brigate Rosse,  attualmente in sonno ma ancora minacciose, gli anni di piombo e così via.
 Nell’anno 1993, il pericolo comunista che si stava manifestando in proporzioni non più eludibili, indusse il dott. Silvio Berlusconi imprenditore di spiccate capacità a replicare l’operazione di De Gasperi di anni prima, con la fondazione dei circoli di Forza Italia che nello spazio di pochissimi mesi divennero il primo partito del Paese.
 Fu la famosa “discesa in campo”.  Il prof.Mario Monti ha voluto emulare l’operazione cimentandosi in salita, ma ben presto si è reso conto di non avere misurato a sufficienza le proprie forze.
Dal  momento della discesa in campo, il dottor Berlusconi, che aveva sconvolto i piani della sinistra è stato oggetto di una scandalosa e intollerabile persecuzione per un Paese normale, attuata con ogni mezzo, lecito e spesso illecito, compreso l’uso strumentale della giustizia, nonché additato all’odio viscerale, irragionevole, feroce, di buona parte del popolo della sinistra ora orfano del comunismo, anzi dello stalinismo, che è stato la peggiore declinazione della fallimentare utopia comunista. La persecuzione si è dispiegata su diversi fronti: con l’ostruzionismo politico, per impedirgli l’esercizio del governo del Paese, esercizio già di per sé assai limitato da una costituzione eccessivamente garantista, con la lotta senza quartiere alle sue aziende, persino con il tentativo di assassinarlo, tentativo fortunatamente non riuscito quantunque ben organizzato e che peraltro mostrò tutto l’odio degli oppositori che si espressero con migliaia di post di feroci insulti e contumelie su You Tube contro il Tartaglia, per non essere stato capace di assassinarlo.
Degna di menzione la vicenda STANDA. La STANDA magazzino degli Italiani di antica tradizione, subentrato nella proprietà di Silvio Berlusconi, aveva assunto immediatamente un’eleganza, un’organizzazione tale, da trasformarla in un’azienda leader di successo. Immediatamente il tam tam della sinistra, esortava all’ostracismo della Standa. Invitava gli italiani a non fare acquisti alla Standa. Contemporaneamente alcuni punti vendita furono vittime d’incendi e per decisione della magistratura furono obbligati alla chiusura per anni fino alla decisione di Silvio Berlusconi di disfarsene. Oggi, la Standa non esiste più e al suo posto vediamo l’apertura di alcune catene distributive straniere, segnatamente francesi a tutto vantaggio dei paesi competitori.
Apriamo una parentesi, parliamo di matrimonio. Il matrimonio è la più fondamentale istituzione sociale. Ora versa in una profonda crisi. La tradizione del matrimonio religioso si sta perdendo. I matrimoni civili hanno effettuato il sorpasso di quelli tradizionalmente religiosi. Le coppie celebrate sia con l’uno sia con l’altro rito, dopo pochi anni si separano, con le gravissime conseguenze che ognuno s’immagina per i figli, pochi, pochissimi.
L’alternativa sono le coppie di fatto, anch’esse di breve durata. Verosimilmente, la sentenza nella separazione Lario/Berlusconi assesterà il colpo di grazia a un’istituzione già in crisi. Possiamo ben dire al collegio giudicante ciò che disse Francesco Ferrucci nell’anno 1530, già ferito gravemente nella battaglia di Gavinana a Fabrizio Maramaldo che lo colpiva a morte: “ Vile, tu uccidi un uomo morto”.
Se la sentirà in futuro il titolare di un’azienda industriale, commerciale, o d’altra natura, di unirsi in matrimonio con una donna che nel caso assai probabile, come abbiamo visto, di separazione, sarà obbligato dal tribunale a cedere metà del valore del suo patrimonio alla moglie separata? Alla rovina del matrimonio farà seguito la rovina del patrimonio e le conseguenze si faranno sentire anche per l’economia nazionale in quanto potranno segnare la chiusura di molte aziende.
Cesare Zaccaria – Anzio                                  Sabato 12 gennaio 2013

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