Conseguenze
di una sentenza 
La
sentenza che ha condannato il dott. Silvio Berlusconi ad assegnare all’ex
moglie Veronica Lario il pagamento mensile della somma incredibilmente spropositata
di tre milioni di euro  vita natural
durante, ha suscitato vari commenti. C’è chi afferma che il collegio giudicante
non fosse compos sui, ossia nel pieno
possesso delle facoltà mentali. Altri invece ritengono che la sentenza fosse
stata ben meditata e mirasse ad arrecare il maggior danno possibile all’onorevole
Silvio Berlusconi. Insomma, ritengono che sia uno dei numerosissimi tentativi
di eliminare dalla scena politica un personaggio che gode di largo seguito tra
gl’ italiani.
I
fondamenti giuridici della sentenza di Milano dovrebbero essere quelli insiti nel
disposto dell’art. 156 del codice civile che così recita:
156. Effetti della separazione sui rapporti
patrimoniali tra coniugi. – Il giudice, pronunziando la separazione,
stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il
diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento,
qualora egli non abbia adeguati redditi propri. –
L’applicazione
sensata e generosa del citato articolo del codice civile, sarebbe potuta essere
l’assegnazione di un vitalizio di trentamila euro mensili.  Tre milioni di euro al mese, sono una cifra
irragionevole, spropositata, inaccettabile.
Ci
auguriamo che la sentenza sia riformata anche perché in caso contrario, si
aggiungerà ulteriore discredito ad un sistema giudiziario inetto, non al di
sopra delle parti perché fortemente politicizzato a favore di una sola delle
fazioni in campo, e urgentemente bisognoso di una drastica  riforma. 
 Nell’immediato dopo guerra, il nostro Paese
era seriamente minacciato dall’espansionismo dell’Unione Sovietica che aveva in
Palmiro  Togliatti, un cavallo di Troia
senza scrupoli. Alcide De Gasperi con il dichiarato scopo di erigere un
baluardo politico a difesa del grave immanente rischio della perdita della
nostra sovranità e di tutte le libertà costituzionali incitò gli Italiani a
mobilitarsi organizzandosi in una nuova formazione politica.  Fu così e per questo importante motivo che
nacque il partito denominato Democrazia Cristiana.
Sotto
l’illuminata guida di De Gasperi, l’Italia conobbe un periodo di grande
espansione. Il futuro appariva incoraggiante e gli italiani animati da grande
dinamismo. Il benessere si diffondeva in tutti gli strati della popolazione.
Purtroppo,
successivamente alla morte di De Gasperi che aveva tenuto a bada l’aggressività
della minoranza comunista, la DC, minata dalla presenza nel suo interno di
elementi infiltrati e corrotti, stipulò con gli avversari politici un patto
scellerato conosciuto come “ Compromesso storico”.
Da
allora iniziò il declino del nostro Paese culminato con il’68, il terrorismo,
l’assassinio di Aldo Moro, le Brigate Rosse, 
attualmente in sonno ma ancora minacciose, gli anni di piombo e così
via.
 Nell’anno 1993, il pericolo comunista che si
stava manifestando in proporzioni non più eludibili, indusse il dott. Silvio
Berlusconi imprenditore di spiccate capacità a replicare l’operazione di De
Gasperi di anni prima, con la fondazione dei circoli di Forza Italia che nello
spazio di pochissimi mesi divennero il primo partito del Paese.
 Fu la famosa “discesa in campo”.  Il prof.Mario Monti ha voluto emulare
l’operazione cimentandosi in salita, ma ben presto si è reso conto di non avere
misurato a sufficienza le proprie forze. 
Dal  momento della discesa in campo, il dottor
Berlusconi, che aveva sconvolto i piani della sinistra è stato oggetto di una
scandalosa e intollerabile persecuzione per un Paese normale, attuata con ogni
mezzo, lecito e spesso illecito, compreso l’uso strumentale della giustizia,
nonché additato all’odio viscerale, irragionevole, feroce, di buona parte del
popolo della sinistra ora orfano del comunismo, anzi dello stalinismo, che è
stato la peggiore declinazione della fallimentare utopia comunista. La
persecuzione si è dispiegata su diversi fronti: con l’ostruzionismo politico,
per impedirgli l’esercizio del governo del Paese, esercizio già di per sé assai
limitato da una costituzione eccessivamente garantista, con la lotta senza
quartiere alle sue aziende, persino con il tentativo di assassinarlo, tentativo
fortunatamente non riuscito quantunque ben organizzato e che peraltro mostrò
tutto l’odio degli oppositori che si espressero con migliaia di post di feroci insulti
e contumelie su You Tube contro il Tartaglia, per non essere stato capace di
assassinarlo.
Degna
di menzione la vicenda STANDA. La STANDA magazzino
degli Italiani di antica tradizione, subentrato nella proprietà di Silvio
Berlusconi, aveva assunto immediatamente un’eleganza, un’organizzazione tale,
da trasformarla in un’azienda leader di successo. Immediatamente il tam tam
della sinistra, esortava all’ostracismo della Standa. Invitava gli italiani a
non fare acquisti alla Standa. Contemporaneamente alcuni punti vendita furono
vittime d’incendi e per decisione della magistratura furono obbligati alla
chiusura per anni fino alla decisione di Silvio Berlusconi di disfarsene. Oggi,
la Standa non esiste più e al suo posto vediamo l’apertura di alcune catene
distributive straniere, segnatamente francesi a tutto vantaggio dei paesi
competitori.
Apriamo
una parentesi, parliamo di matrimonio. Il matrimonio è la più fondamentale
istituzione sociale. Ora versa in una profonda crisi. La tradizione del
matrimonio religioso si sta perdendo. I matrimoni civili hanno effettuato il
sorpasso di quelli tradizionalmente religiosi. Le coppie celebrate sia con l’uno
sia con l’altro rito, dopo pochi anni si separano, con le gravissime
conseguenze che ognuno s’immagina per i figli, pochi, pochissimi. 
L’alternativa
sono le coppie di fatto, anch’esse di breve durata. Verosimilmente, la sentenza
nella separazione Lario/Berlusconi assesterà il colpo di grazia a un’istituzione
già in crisi. Possiamo ben dire al collegio giudicante ciò che disse Francesco
Ferrucci nell’anno 1530, già ferito gravemente nella battaglia di Gavinana a
Fabrizio Maramaldo che lo colpiva a morte: “ Vile, tu uccidi un uomo morto”.
Se la
sentirà in futuro il titolare di un’azienda industriale, commerciale, o d’altra
natura, di unirsi in matrimonio con una donna che nel caso assai probabile,
come abbiamo visto, di separazione, sarà obbligato dal tribunale a cedere metà
del valore del suo patrimonio alla moglie separata? Alla rovina del matrimonio
farà seguito la rovina del patrimonio e le conseguenze si faranno sentire anche
per l’economia nazionale in quanto potranno segnare la chiusura di molte
aziende.
Cesare Zaccaria – Anzio                                  Sabato 12
gennaio 2013
 
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