La
miseria che avanza
La
cronaca ci propina di frequente scandali di politici che si arricchiscono
spropositatamente alle spese dei contribuenti o dirigenti pubblici e privati
che percepiscono emolumenti che arrivano a milioni di euro.
Nel passato
il divario tra i ricchi e la popolazione comune, tra l’operaio e il
dirigente o il proprietario della fabbrica non era così’ stratosferico come si
vede oggi. La forbice tra ricchi e
poveri si allarga a dismisura: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri
sempre più poveri. La ricchezza non è più appannaggio del mondo dell’industria,
della produzione, oggi si colloca nel mondo della finanza, anzi nel mondo della
cosiddetta ingegneria finanziaria, dei derivati, strumenti nati per mitigare i
rischi insiti negli investimenti in borsa e che poi si sono trasformati in veri
e propri sistemi truffaldini.
Sostanzialmente questa è la genesi della crisi
nella quale oggi si dibatte soprattutto la vecchia Europa ma le cui conseguenze abbracciano il mondo
intero. Non solamente i poveri diventano sempre più poveri, essi diventano sempre
più numerosi. La povertà aggredisce il ceto medio, la borghesia, la classe
depositaria della cultura, della buona educazione, delle tradizioni, dei valori
civili.
La
sera, mi capita molto frequentemente di osservare tante persone frugare
all’interno dei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di qualcosa da recuperare.
Spesso sono immigrati, ma la percentuale di connazionali aumenta ogni giorno di
più. Ieri sera ho visto un signore
anziano abbigliato con un certo decoro che estraeva dal cassonetto un
sacchetto, ne svuotava il contenuto e con il sacchetto vuoto nelle mani,
entrava nel supermarket prospiciente. Evidentemente per fare la sua spesa
intendeva risparmiare i dieci centesimi del costo del sacchetto.
La
nuova società che si va delineando è questa: la progressiva scomparsa della
classe di mezzo, pochi ricchi ma sempre più ricchi, e tutti gli altri
poverissimi, i nuovi servi della gleba sempre. più poveri e indifesi.
Il
cosiddetto governo dei tecnici, i cui componenti appartengono prevalentemente
al mondo della finanza che abbiamo descritto, che ha appena concluso il suo
iter, altro non ha fatto che esasperare il fenomeno: ha attinto spietatamente
nei risparmi della borghesia e del proletariato,e ha fatto piombare il Paese in
una drammatica recessione senza precedenti.
Gran
parte dei cittadini hanno accettato con santa rassegnazione i sacrifici a cui
sono stati obbligati, convinti che tali sacrifici serviranno a migliorare la
situazione generale. Errore! Questi sacrifici sono essi stessi causa della
recessione, della fuga dal Paese di capitali e imprese, della drammatica
perdita di posti di lavoro.
Le
conseguenze di tale nefasta politica si manifesteranno negli anni a venire, a
prescindere dalle politiche dei governi più o meno responsabili e illuminati
che raccoglieranno l’eredità ricevuta.
Cesare
Zaccaria 25
dicembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento