domenica 3 febbraio 2013

SERVIZIO SANITARIO E MEDICO DI BASE



SERVIZIO SANITARIO
  E MEDICO DI BASE
                   
 
Oggi ci occuperemo di un argomento di particolare importanza.
Ci occuperemo della nostra salute e di chi ha il compito di garantircela:  il medico di base, altrimenti conosciuto come il medico della mutua.
Siamo tutti d’accordo che quando manca la salute manca tutto.

Il medico di base conosciuto anche come il medico di famiglia,  è la denominazione da preferirsi, corrisponde a quel personaggio favoloso che in tempi andati era il medico condotto, un personaggio mitico che senza l’ausilio dell’attuale avanzatissima tecnologia, TAC, RNM, analisi sofisticate, faceva la diagnosi e stabiliva la terapia, avendo a disposizione un armamentario terapeutico molto limitato.
E’ rimasto proverbiale l’intuito diagnostico del grande Augusto Murri .
 Ma, attenzione, non commettiamo l’errore di rimpiangere il passato.
 Oggi i progressi della scienza hanno debellato definitivamente malattie che non molti anni addietro decimavano le popolazioni: pensiamo alla peste di manzoniana memoria, pensiamo alla tubercolosi, al vaiolo, alla sifilide, alla poliomielite. Pensiamo all’ulcera, che pure mieteva le sue vittime,  recentissimamente sconfitta grazie a potenti antiacidi , gli inibitori della pompa protonica. Pensiamo infine che  ogni volta che assumiamo un antibiotico, senza la provvidenziale scoperta di Fleming, la nostra vita sarebbe stata messa a repentaglio anche a causa di una banale infezione.
Ma pensiamo anche ai progressi della chirurgia, ai trapianti d’organo ormai di routine, alle staminali,  alla mappatura del DNA, di cui sempre più spesso si serve la polizia scientifica per incastrare autori di delitti e via discorrendo.
Quindi, niente rimpianti per il passato.

 Tutto sommato, il servizio sanitario del nostro Paese, anche in considerazione delle risorse di cui dispone, ci assiste in modo accettabile.
Tuttavia, ritengo che con un piccolo aggiustamento e senza aggravio di costi per lo Stato, anzi con assai probabili economie, si potrebbe ottenere una maggiore soddisfazione degli utenti e grossi vantaggi per la loro salute.

Allo stato attuale i medici di base si sentono frustrati e non compiutamente realizzati in quanto percepiscono la loro prestigiosa professione ridotta ad una sorta di burocratica funzione.
 Le visite sono necessariamente brevissime, la diagnosi viene delegata  ad una  miriade di specialisti, per cui la responsabilità della salute  del paziente, parcellizzata fra tante figure professionali, di fatto viene ad essere annullata e comunque spessissimo il paziente che il suo medico non può seguire per mancanza di tempo, viene scaricato all’ospedale,  con un aggravio di costi che tutti immaginano.
I pazienti dal canto loro, anch’essi sfiduciati, sono sempre più consapevoli che non dispongono di un medico ma di un burocrate , o meglio, di un professionista messo nella condizione di non potere esercitare al meglio una professione assai delicata e difficile.
 In pochi minuti, con la sala d’aspetto gremita di persone in attesa, non si può affrontare il problema sanitario del paziente, ascoltare i sintomi, fare una diagnosi e stabilire una terapia.
Oggi il medico di base si vede assegnato un numero di pazienti assolutamente ingestibile: 1.500!
Quanto del suo tempo può dedicare a ciascuno di essi? Ben poco. Infatti sempre più spesso, molti pazienti cercano altrove la panacea per i loro problemi di salute. Si rivolgono alle cosiddette medicine alternative, tipo agopuntura, all’omeopatia che ora la scienza ha bollato impietosamente come  assolutamente inefficace al pari di un placebo, ai rimedi della nonna, quando non alle fattucchiere del tipo di Vanna Marchi.
 Del resto, anche uno scienziato del calibro di Umberto Veronesi ha recentemente lanciato un allarme ben preciso contro quella sorta di cultura strisciante e subdola, antiscientifica e antimodernista, oggi pericolosamente assai in voga.
Se veramente vogliamo valorizzare la figura del medico di base e restituirgli quella fiducia che merita, il rimedio ci sarebbe.  Sono convinto che prima o poi ci si arriverà ad onta della demagogia: dimezzare il numero di pazienti a carico del medico di base, applicare un ticket da valutare bene, ad esempio di 10 euro per ogni visita, da pagare direttamente al medico.
Oggi,tutti coloro, e sono tanti, i quali vanno dal medico senza effettiva necessità, ma unicamente perchè hanno bisogno di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, si asterrebbero. Inoltre, tutto ciò che non ha un costo, non ha valore o vale poco.
Con questo sistema si assicurerebbe al medico un compenso soddisfacente senza oneri a carico dello Stato. Diminuirebbero i ricoveri ospedalieri. I medici ne guadagnerebbero in soddisfazione  professionale e prestigio. I pazienti a fronte di un esborso sopportabile,  finalmente usufruirebbero di un medico e non di un burocrate.
Oggi, praticamente il ticket già esiste: quando un paziente è preoccupato per un problema importante, si rivolge ad uno specialista a pagamento, e  rivolgersi una sola volta in un anno ad uno specialista a pagamento, spesso senza ottenere la ricevuta fiscale, costa più di quanto si spenderebbe per un anno di ticket.
  Quanto alle fasce sociali meno abbienti, si potrebbe studiare la elargizione di un certo numero di ticket a costo zero.
Insomma sarebbe l’uovo di Colombo. Ne guadagnerebbe lo Stato, i medici  e soprattutto la salute dei cittadini.

Cesare ZACCARIA              26 giugno 2006

Lettera aperta al prof.Mario Monti 2 aprile 2012


Lettera aperta al prof.Mario Monti
e alla compagine di governo
Prof. Monti, abbiamo accolto con sollievo la Sua discesa in campo perché non ne potevamo più del feroce scontro quotidiano tra opposizione e governo, scontro che occupava tutti i mezzi d’informazione ma anche i cittadini, distogliendoli dai gravissimi problemi del Paese, dopodiché, dato per scontato che bisognava dare un taglio ai costi insostenibili della politica e della pubblica amministrazione, se non altro per motivi etici, avevamo confidato che Ella  si sarebbe occupato di crescita e sviluppo.
L’economia si basa sulla capacità del Paese di produrre ricchezza, posti di lavoro, prima ancora di discettare su come regolamentare il pochissimo lavoro disponibile. Abbiamo dissolto tutte le aziende medie e grandi, il 95 per cento di quelle che ci rimangono, sono piccole e piccolissime, le PMI. Aziende di queste misere dimensioni non possono competere sui mercati internazionali, non hanno possibilità di fare ricerca, quindi il loro prodotto finale risulterà sempre meno competitivo perché più costoso e di minore valore intrinseco.
Come se tutto ciò non bastasse, ogni intrapresa soffre per carenze di una giustizia efficiente in mancanza della quale non si attraggono capitali e quelli disponibili fuggono, di infrastrutture stradali e informatiche ora del tutto inadeguate. Soffre per una burocrazia kafkiana, per gravami fiscali insostenibili.
La politica della piazza, delle dimostrazioni violente e vandaliche, la cultura del no a ogni tentativo di modernizzazione da parte di organizzazioni che fanno opera di sabotaggio nel nome dell’ambiente, sono tutte cose intollerabili. Con uno sciagurato referendum abbiamo detto no al nucleare e quindi i costi per l’approvvigionamento dell’energia contano diversi punti di costo sul PIL.
Il gran parlare dell’art.diciotto ha il sapore di una manovra diversiva con lo scopo, per i sindacati di dimostrare agli iscritti il proprio attivismo e per il governo di distogliere l’interesse generale dal proprio scarso attivismo.
Che senso ha parlare fino alla noia di regolamentazione di un lavoro  che scarseggia ogni giorno di più? Non sarebbe più sensato  dedicarsi alla crescita, per crearli i posti di lavoro da regolamentare?
Il timore di scontrarsi con la casta degli intoccabili, sta per partorire miniriforme della giustizia. Dopo l’istituzione del Giudice di Pace avremo il Mediatore Civile. Invece di far funzionare ciò che non funziona, creiamo nuovi carrozzoni in balia di incompetenti. Il prevedibile risultato sarà ancora di più giustizia denegata. Sicuramente continueremo a pagare penali alla Comunità Europea per le lungaggini dei processi.
L’urgente riforma delle leggi sul condominio, che se ben concepite nel senso di conferire poteri sanzionatori obbligatori agli amministratori di condominio, potrebbe sgravare significativamente il carico dei tribunali da un grande numero di cause promosse per motivi bagatellari, emulative, temerarie,  giace da tempo  nei sonnacchiosi meandri del Parlamento.
Prof.Monti, è vero, Lei ha raccolto i consensi delle lobby della finanza internazionale, ma ha drenato fino all’ultimo spicciolo di euro dalle tasche degli Italiani condannandoli alla recessione che è il contrario della crescita, alla perdita sempre più massiva di posti di lavoro. Il 2013 sarà più tragico del 2012.
Prof.Monti, siamo in periodo pasquale, ci si aspettava da Lei una resurrezione del Paese che non ci sarà.
Prof.Monti, Lei sa benissimo che sta sprecando un’occasione irripetibile per la salvezza dell’Italia e si sta preparando ad abbandonare la nave come un qualunque Schettino.
CESARE ZACCARIA                           2 aprile 2012

Politica e suicidi 6 aprile 2012


Politica e suicidi  
Mentre continua l’impressionante serie di suicidi da parte di semplici cittadini e di imprenditori a causa di gravi problemi economici senza un minimo di prospettiva di miglioramento, ma innanzi ad un futuro che si annuncia sempre più tragico, apprendiamo che è stato depositato un esposto alla Procura di Trani contro il presidente Monti per avere disposto in data tre gennaio u.s., un bonifico di tre miliardi di euro effettuato dal Ministero del Tesoro a favore di Morgan Stanley.
Apprendiamo anche che la Regione Lazio, già insediata in enormi strutture, l’una sulla via Cristoforo Colombo e l’altra più recente e dalle dimensioni più che faraoniche in via Della Pisana a Roma, ha presentato un progetto per la costruzione di un altro edificio per un costo preventivato di soli otto miliardi di euro iva esclusa!
Tutte queste strutture, ospitano o ospiteranno orde di impiegati pagati profumatamente occupati ad annoiarsi per non avere nulla da fare per tutta la giornata lavorativa.
Ormai i politici nostrani non hanno più coscienza, pudore e senso della misura.
CESARE ZACCARIA                                 6 aprile 2012

Suicidi, perché? 5 maggio 2012


Suicidi,  perché?
La serie impressionante di suicidi che si sta verificando nel nostro Paese, impone una seria riflessione sulle cause.
E’ in atto una crisi mondiale che si sovrappone alla nostra specifica crisi, economica, politica, culturale, dei valori, della religione.
La popolazione è sconcertata, non ha più riferimenti cui appoggiarsi. Con la caduta del Muro di Berlino e conseguente disfacimento dell’URSS, il popolo della sinistra cui era stato fatto credere che il comunismo era la salvaguardia della classe lavoratrice, dei diseredati, dei proletari, è caduto nello sconforto.
Ha dovuto ammettere che quell’ideologia finora accettata e fatta propria acriticamente e fideisticamente come una vera e propria religione, che ovunque essa era stata al potere o è ancora al potere, aveva portato miseria economica e insoddisfazione, repressa severamente da uno stato di polizia inflessibile, tanto che il mondo comunista era diventato un vero e proprio carcere.  Cortina di ferro e il muro di Berlino non riuscivano più a contenere le fughe di chi sceglieva la libertà e quel benessere che a loro era negato.
Non è casuale che oggi, la grande maggioranza dei reati più feroci, spesso del tutto gratuiti, che si verificano nel nostro Paese sia opera di immigrati provenienti dai paesi dell’Est europeo, inferociti da decenni di repressione senza pietà: Romeni, Albanesi, Bulgari. In otto casi su dieci, i responsabili dei reati più efferati, provengono dai paesi ex comunisti.
Venuta a mancare miseramente questa ideologia, la popolazione italiana è sconcertata, insicura, attanagliata da una serie di paure, paura del nucleare, delle tecnologie, dell’ambiente, del progresso, della scienza. Il famoso oncologo Umberto Veronesi ha denunciato che è in atto una cultura antiscientifica assai preoccupante.
La religione cattolica, è anch’essa in crisi; soffre di carenza di vocazioni, e al suo interno soffia un vento di fronda poco rassicurante.
Anche le altre religioni, islamica compresa, perdono adepti sempre più frequentemente.
Da quando è venuto a mancare il capro espiatorio di turno impersonato alla perfezione da Silvio Berlusconi, agli Italiani, non rimane che il gioco, il “gratta e vinci”, le superstizioni, i maghi, le fattucchiere, l’alcol, le droghe, padre Pio e infine il suicidio.
CESARE ZACCARIA                     5 maggio 2012
   

OBAMA telefona a MONTI


Obama telefona a Monti
Il 6 giugno il Presidente USA Barack Obama nel corso di una telefonata ha invitato il Presidente del Consiglio Italiano Monti a promuovere la crescita delle attività produttive del nostro Paese che è la sola via per rafforzare l’EURO cosa che sta a cuore anche agli USA in un’economia fortemente globalizzata come l’attuale.
Sviluppo e crescita sono i cardini sui quali poggiano la quasi totalità dei problemi che ci attanagliano e che noi, nel nostro piccolo, andiamo predicando da sempre anche sulle pagine di AGORAVOX.
Ancora una volta, siamo costretti a ribadire che non vi può essere crescita se non si normalizza rapidamente e senza timori reverenziali il sistema giudiziario con una radicale riforma che aggredisca uomini, organizzazione e mezzi la qual cosa è la priorità delle priorità a cui devono seguire le infrastrutture informatiche stradali, portuali e aeroportuali.
Per quanto attiene le infrastrutture informatiche che ci vedono all’ultimo posto in Europa come di consueto, il cosiddetto ultimo miglio, cioè il famigerato doppino di rame, che costituisce il collo di bottiglia con il quale sono costretti a fare i conti tutti gli operatori alternativi e che impedisce un reale progresso nel settore, esso deve essere urgentemente sottratto a Telecom ed avocato allo Stato e dallo Stato amministrato al meglio nella consapevolezza che si tratta di infrastruttura strategica di primaria importanza.  
Cesare Zaccaria                   7 giugno 2012

Italia in recessione 13 giugno 2012


Italia in recessione
Questo è il titolo di un articolo che si legge sul Corriere della Sera di martedì 12 giugno a firma Stefania Tamburello.
 Recentemente il Presidente USA Barack Obama in un incontro alla casa Bianca ha suggerito al prof. Mario Monti di preoccuparsi prioritariamente di crescita e sviluppo.
In data 30 aprile scrivevamo su AGORAVOX in un articolo titolato - Che cosa è lo spending review -  “ La spending review non è la panacea capace di risolvere i nostri problemi; tutt’altro, li aggrava. Se il denaro non circola, non c’è consumo, non c’è produzione, non c’è lavoro. La spending review Monti la sta facendo fare agli Italiani e, come volevasi dimostrare, il risultato è recessione! Recessione è esattamente il contrario di crescita e sviluppo”
In data 3 aprile, sempre su AGORAVOX, scrivevamo: “ Prof. Monti, è vero, Lei ha raccolto i consensi delle lobby della finanza internazionale, ma ha drenato fino all’ultimo spicciolo di euro dalle tasche degli Italiani, condannandoli alla recessione che è il contrario della crescita”.
In seguito il Professore, ha tirato fuori dal cappello l’IMU, un’imposta, imposta con  una tale complessità da richiedere corposi manuali di istruzione, assembramenti di cittadini esasperati ai CAF.  Un’imposta vissuta come un’odiosa supposta. In sostanza, la maggior parte dei cittadini italiani, il cui grado d’istruzione tra l’altro, è ai minimi termini, per pagare questo tributo è stata costretta ad avvalersi di studi commercialisti o di patronati. S’intende, a pagamento. Una tassa sulla tassa.
 Il grado di pressione fiscale sopportato come sempre dai soliti noti, che sono la spina dorsale del Paese e che praticamente lascia indenni i ricchi sempre più ricchi,  sta distruggendo quello che rimaneva di un apparato produttivo di piccole e medie imprese con il prevedibilissimo corollario di fallimenti, perdita di posti di lavoro e persino una drammatica sequela di suicidi. Ebbene, a fronte di un prezzo così cruento, le entrate fiscali stanno diminuendo assai significativamente. Siamo al fallimento di un governo e del Paese.
Certo, il professor Monti si presenta bene, dispone di una dialettica convincente, tutte qualità che paragonate all'esagerata esuberanza, anche di stile di Berlusconi, spesso enfatizzata a dismisura dai suoi numerosi denigratori appaga l’emotività della gente. Non può però appagare le persone razionali, pragmatiche per le quali la politica non è semplicemente gossip, pettegolezzo, ma attiene alla rotta che il timoniere di turno deve assegnare alla nave Italia.
 La Costa Concordia diretta a velocità folle verso le scogliere del Giglio ha avuto la ventura di non affondare perché adagiatasi su quegli stessi scogli che gli avevano squarciato la fiancata. Monti Schettino, dove ci sta conducendo?
Ci vorrebbe far credere che sta aggiustando i conti, ma sicuramente ci sta conducendo alla rovina.
Monti ha dilapidato un capitale di opportunità irripetibile. Quando fu nominato Presidente del Consiglio, il Paese era come anestetizzato, era disposto ad accettare da lui la medicina più amara. Egli aveva il dovere di varare senza indugi quelle riforme che al governo precedente non furono consentite da un’opposizione irriducibile e fors’anche da una qualche mancanza di coraggio e di determinazione: prima fra tutte la riforma dell’apparato giudiziario, conditio sine qua non per l’economia del Paese.
Che cosa potevamo aspettarci da un personaggio che appartiene al mondo della grande speculazione finanziaria, al mondo di Goldman Sachs, di Morgan Stanley di J P Morgan, un mondo  di parassiti uniti tra loro da patti scellerati, il mondo delle agenzie di rating che sono vere e proprie associazioni di truffatori così come recentissimamente è stato accertato dal Tribunale di Trani.
Cesare Zaccaria                            13 giugno 2012

I sans papier e i senza casa 24 settembre 2012


I sans papiers e i senza casa
I “sans papiers” in Francia sono gli immigrati clandestini senza documenti e senza diritti, anzi ricattabili e sfruttabili da parte di occasionali datori di lavoro senza scrupoli.
In Italia abbiamo anche noi i sans papiers, ma abbiamo anche i senza casa, una percentuale di cittadini, per vari motivi non possessori di una casa di abitazione, che pertanto devono rivolgersi al mercato dei fitti, mercato esclusivamente in mano ai privati, in quanto da noi lo Stato non offre case ai non abbienti, diversamente dalla situazione esistente all’epoca del “deprecato ventennio” quando lo Stato Fascista costruiva  case di buona qualità e decorose alla vista, offerte a prezzi accessibili.
Se oggi non ci fosse chi, a fine età lavorativa, investendo il TFR, indennità di fine lavoro, nell’acquisto di un’abitazione da offrire in fitto per arrotondare la pensione, dove andrebbero a dormire i senza casa visto che lo Stato Repubblicano non se ne occupa? Questa è una categoria di cittadini praticamente ignorata.
L’introduzione dell’IMU aggiunta alle altre imposte che gravano sulla proprietà edilizia, alle spese di manutenzione, ai canoni dei servizi: Tarsu, luce, gas, tutti maggiorati, è la goccia che fa traboccare il vaso, scoraggiando l’acquisto di abitazioni da mettere a reddito con una serie di conseguenze non di poco conto.
 Intanto provoca un pesante rallentamento nell’attività edilizia con relativa perdita di posti di lavoro e mancati introiti d’imposte.
La progressiva rarefazione dell’offerta di abitazioni provoca un aumento dei canoni di fitto che mette in gravissima difficoltà i senza casa, generando contemporaneamente un’ antipatica conflittualità tra inquilini e padroni i quali a loro  volta nonostante i canoni pagati con grande difficoltà dagli inquilini, non traggono un reddito adeguato dall’investimento effettuato.
Tanto per essere chiari, chi investe nell’acquisto di abitazioni da concedere in fitto, oltre che un’operazione economica a proprio vantaggio, compie un’operazione di grande valore sociale, laddove lo Stato è latitante.
Anche per queste considerazioni, l’introduzione dell’IMU deve essere considerata assolutamente dannosa e da abrogare urgentemente.
L’obiezione dell’inferiore gettito fiscale, non sta in piedi.
E’ vero il contrario. Ogni volta che deprime qualsiasi attività imprenditoriale, lo Stato incassa un gettito fiscale più modesto. La sciagurata “spending review” che l’attuale governo sta attuando, lo sta dimostrando chiaramente.
CESARE ZACCARIA                 24 settembre 2012

Il governo dei tecnici 25 settembre 2012


Il governo dei tecnici. E’ tempo di bilanci
Lo scontro politico nel nostro Paese, feroce, animato da odio irragionevole, anche in presenza di una maggioranza schiacciante, è stato tale da rendere impossibile al governo in carica affrontare quelle riforme radicali senza le quali non si va da nessuna parte.
E’ per questo che, per uscire da quest’ impasse,  abbiamo salutato con favore l’avvento di un governo di transizione.
Sennonché, abbiamo chiamato alla massima carica politica un personaggio dotato di un gran curriculum, di bella presenza, dall’eloquio forbito e accattivante, anzi suadente, bene accetto in campo internazionale, ma che politico non è.
 In sostanza è come se durante un volo in atmosfera fortemente perturbata, si affidasse la condotta dell’aereo carico di passeggeri, non ad un pilota fornito del necessario brevetto ed esperienza ma a un tecnico sia pure aeronautico, ad esempio ad un motorista.  Abbiamo chiamato un distinto signore a fare un mestiere che non è il suo.
Se nella vostra sala da bagno si rompesse il water, in italiano, il cesso, chi chiamereste per la riparazione, un professore di filosofia o un idraulico?
Ma c’è dell’altro.  Il mondo intero, ma in particolare l’Europa, sta soffrendo per una crisi senza precedenti, sicuramente più grave della famosa crisi del ’29. Crisi scatenata dalle cosiddette banche d’affari, ( i loro affari),  le quali stanno depredando il mondo della produzione con sofisticati sistemi di ingegneria finanziaria  e, forti di capitali enormi procacciati ai limiti della legalità e non oltre, semplicemente perché i legislatori ancora non hanno individuato gli strumenti idonei per dichiararli illegali, stanno minacciando e danneggiando interi stati sovrani. Questa è la nuova mafia, non uccide con le proprie mani ma porta al suicidio.
L’Europa intera è sotto attacco e noi in particolare. Ebbene, il salvatore della patria, l’ineffabile professor Mario Monti proviene dalla Morgan Stanley una di quelle istituzioni parassitarie tra le più minacciose, adeguatamente supportate dalle agenzie di rating loro complici. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’Italia, come avevamo previsto, è in piena, conclamata, gravissima recessione.
Esattamente il contrario di crescita e sviluppo sbandierati ai quattro venti.
Il governo del professore, per quello che non ha fatto e avrebbe dovuto e potuto fare, e che non è stato consentito ai governi precedenti, parliamo ad esempio di quelle riforme urgenti e impopolari, che nessuna forza politica avrebbe osato  ostacolargli, prima fra tutte la riforma della macchina giudiziaria, e per quello che ha fatto e assolutamente non avrebbe dovuto fare, ad esempio l’inasprimento della pressione fiscale che ha costretto alla chiusura una miriade di aziende con il doloroso corollario di perdite di posti di lavoro, e che  anziché incrementarli, ha comportato una prevedibile diminuzione degli introiti fiscali che lui, il professore non aveva previsto, è stato il peggiore governo nella storia della Repubblica.
   Altro che professore, un clamoroso passo falso da dilettante. Solamente gravi danni per l’economia del Paese senza alcuna contropartita.
Il grande taumaturgo si appresta a lasciare la sala operatoria: l’operazione è riuscita, il paziente è morto.
I dati economici, la dolorosa perdita di posti di lavoro, la chiusura di migliaia di aziende, l’impossibile competitività, i numerosi e colpevolmente non rimossi ostacoli alla produttività, anzi l’impossibilità di fare impresa, l’arretratezza delle infrastrutture, ci collocano per tutti i parametri, in fondo a tutte le classifiche.
Il professore ci ha portati indietro di quarant’anni e quel che è peggio, ci consegna ad un futuro tragico. Il mondo della speculazione finanziaria ringrazia.
Sapete in che modo il professore ha riformato la giustizia? Ve lo spiego. I cittadini italiani sono vittime per le lungaggini dei processi specialmente civili. Una giustizia che arriva con ritardo di anni non è giustizia. Ebbene i cittadini italiani sono vittime due volte, perché la comunità Europea per l’eccessiva durata dei processi infligge pesanti sanzioni che in definitiva sono sopportate dai contribuenti cioè dalle vittime.
Come sta risolvendo il problema, il governo? Eliminando centinaia di tribunali. In sostanza scoraggiando il ricorso alla giustizia più di quanto lo sia stato sinora. D’ora in poi difendersi in tribunale sarà ancora più difficile e assai più costoso. La giustizia non funziona come dovrebbe? Bene, anziché costringerla  all’efficienza, la eliminiamo così evitiamo che il popolo ci rompa le scatole.
Cari concittadini, quando Stato e comuni vi multeranno ingiustamente non in nome della sicurezza stradale ma per “fare cassa”, eufemismo che sta per rapinarvi, potrete solamente pagare.
Ormai siamo inermi. Sono in tanti a poterci mettere le mani nelle tasche: in primis lo Stato, poi il parastato, e le tante aziende fornitrici di servizi che celandosi dietro il muro di gomma dei numeri verdi e dei call center renderanno arduo per non dire praticamente impossibile anche il semplice tentativo di protestare.
I ricchi saranno pochi ma sempre più scandalosamente ricchi, la classe di mezzo, la vituperata borghesia, la spina dorsale del Paese, depositaria di cultura e valori morali, umiliata e immiserita ormai è un ricordo del passato.
CESARE ZACCARIA - ANZIO                      25 settembre 2012

Il governo della recessione


Il governo della recessione
In un recente passato, il presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, fu convocato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama che lo ammonì a preoccuparsi meno dei conti pubblici per compiacere la cancelliera tedesca Angela Merkel e a puntare di più su crescita e sviluppo.
Gran parte degli italiani ritiene che tutti i nostri problemi siano da imputarsi ai costi della politica. Non vi è dubbio che questi debbano subire drastici ridimensionamenti anche per motivi etici, ma non sono questi costi, la principale causa della nostra recessione.
Ai giovani rivolgo un pressante invito: non vi estraniate, occupatevi della politica, non dei politici e della loro vita privata, che tale deve rimanere, anche se senso della misura e morigeratezza di costumi dovrebbero essere l’imperativo categorico per conferire a chiunque rivesta cariche istituzionali autorevolezza e dignità.  
Tenetevi sempre informati; senza essere informati non si possono avere idee politiche. Oggi disponete di internet, uno strumento formidabile del quale  le generazioni passate non disponevano.
La politica determina il presente, e quel futuro nel quale voi vivrete e con il quale dovrete fare i conti.
 Internet vi consente di verificare se quanto leggete in questo articolo, corrisponde a verità o se sono chiacchiere da bar dette semplicemente per sfogarsi, così come avviene troppo spesso.
Siate concreti, pragmatici, razionali, tenete a freno, emotività, fobie, antipatie o simpatie. La politica dell’odio non giova a nessuno. Individuare i problemi del vostro Paese è molto semplice, anche se celebrati politologi e famosi giornalisti non sempre ci riescono.
 Attualmente il problema cardine è la mancanza di posti di lavoro. Il Paese non produce e un Paese che non produce va in rovina. La quadratura dei conti pubblici, il risparmio, la spending review, e persino la reputazione internazionale, non significano nulla se non si produce. E’ possibile risparmiare ciò che  non si guadagna? Si può risparmiare il nulla?
Non vi fate suggestionare dai filosofi della politica, dai professori  con la pancia piena, lasciateli alle loro elucubrazioni suggestive quanto fumose, preoccupati solo della propria immagine negli ambienti della finanza nazionale e internazionale ai quali essi appartengono e dai quali sono sostenuti.
Date il vostro sostegno a chi si distingue per capacità imprenditoriale e quindi, per concretezza di risultati. Mettetevi nei panni di chi deve competere in un mondo globalizzato, di chi deve produrre merci, non chiacchiere, e deve piazzarle sui mercati, assicurando contemporaneamente ai collaboratori, impiegati od operai che siano, di che vivere dignitosamente.    
Mitt Romney, nel pieno della campagna elettorale per l’elezione del presidente USA, nel tentativo di denigrarlo, ha accusato, tra l’altro, ingiustamente, Barack Obama, di duplicare le politiche recessive italiane e spagnole.
Nessuno può negare che le nostre previsioni della prima ora circa la politica dell’attuale governo siano state puntualmente confermate dai fatti: il Paese, già in declino da decenni, ora si dibatte in una drammatica recessione senza precedenti.
Tutti gli indicatori statistici che riguardano produzione, disoccupazione, chiusure di attività, mostrano che siamo al punto più basso mai raggiunto sinora, e le previsioni, sono  sconfortanti.
Nessuna delle riforme che c’eravamo fiduciosamente aspettate, é stata effettuata, nessuno dei numerosi ostacoli che impediscono la crescita dell’economia è stato rimosso.
Negli ultimi giorni di ottobre, sono stati fissati limiti temporali in un mese o massimo due, entro i quali le pubbliche amministrazioni debbano onorare i debiti nei confronti dei privati e si è dato l’avvio ad un certo numero di opere pubbliche, in attesa da decenni. Tutto bene, ma non basta. Questi timidi provvedimenti sono la classica goccia d’acqua nel mare.
L’ALCOA di Porto Vesme in Sardegna, ha spento gli ultimi altiforni, cessando, di fatto definitivamente, un’attività che non ha trovato, e non poteva trovare,  acquirenti.
Avevamo scritto che non si può costringere nessuna azienda a produrre in perdita e l’ALCOA, azienda per la produzione di alluminio, fortemente energivora, in Italia, con i costi dell’elettricità più elevati d’Europa, con una grave carenza  d’infrastrutture, con l’inettitudine del nostro apparato giudiziario, con la nostra pressione fiscale ai massimi livelli nel continente, non avrebbe potuto in alcun modo sperare di sopravvivere.
Notizia dell’ultima ora: le vetture Lancia, marchio glorioso, di fatto, già in passato costretto al fallimento, a causa di decenni di una politica demagogicamente suicida, non saranno più prodotte.
Ebbene, azzardiamo un’altra previsione: il gruppo Fiat, in contrasto con le dichiarazioni di Sergio Marchionne, prima di quanto ognuno si aspetti, cesserà ogni attività nel nostro Paese.
Quello sarà un triste giorno; l’Italia, intestataria di marchi gloriosi, non sarà più produttrice di autoveicoli. Quello sarà il giorno dell’iscrizione della pietra tombale del nostro Paese.
Il presidente Monti, con grande soddisfazione di Germania e Francia, paesi concorrenti ed egoisti che non ci hanno mai amato, così come non si sono mai sopportati tra loro, potrà dire: l’operazione è riuscita, ma  il paziente è morto.  
Cesare Zaccaria                     3 novembre 2012

ALCOA E I LUOGHI COMUNI


ALCOA e i luoghi comuni
L’ALCOA è un’azienda multinazionale produttrice di alluminio, metallo molto resistente ma più leggero dell’acciaio, quindi molto richiesto dalle industrie che fabbricano aerei e automobili di fascia alta per le quali il peso costituisce un handicap.
Ai giorni nostri, tutte le attività umane, compresa la vita privata di un pensionato, sono utenti di energia elettrica. A maggior ragione le attività produttive. Le industrie produttrici di alluminio, in particolare, che devono separare l’alluminio dalla bauxite e altri inerti, richiedono grandi quantità di energia elettrica.
L’Italia, grazie, si fa per dire, allo sciagurato referendum del 1987, riproposto nel 2011, ha rinunciato a quella fondamentale fonte di energia che sono le centrali nucleari, per di più dopo avere speso ingenti risorse per costruirle. Gli italiani hanno esorcizzato le paure dei rischi, puramente ipotetici quanto improbabili derivanti da una disfunzione delle centrali in discorso, regalando significativi vantaggi ai paesi confinanti, sia in termini di nostra ridotta competitività, sia perché questi ci vendono energia elettrica, ovviamente, guadagnandoci.
Tutti noi cittadini italiani stiamo pagando il prezzo di questa scelta, ma qualcuno, come gli ex dipendenti dell’ALCOA, ora disoccupati, pagheranno anche, un sovrapprezzo. Chi li aveva convinti a votare “no” ai referendum, queste cosette, non gliele aveva spiegate.  
Per – luoghi comuni – si devono intendere quelle opinioni assai diffuse tra la gente, spesso prive di fondamento e promosse da chi ha interesse a condizionare l’opinione pubblica a proprio vantaggio.
Secondo un diffuso luogo comune, noi saremmo molto indietro nello sfruttamento delle fonti alternative di energia elettrica. La verità è un’altra. Siamo secondi solamente alla Germania, che però ha iniziato molto tempo prima di noi. La regione Puglia, ma non solo, ha visto il panorama delle campagne stravolto da migliaia di torri eoliche. La diffusione di pannelli fotovoltaici ha sottratto milioni di ettari alle produzioni agricole, il prezzo dei terreni è arrivato ai massimi livelli d’Europa.
Nessuno s’illuda, le fonti alternative, compreso, il carbone, cancerogeno, l’idroelettrico, il gas, ecc.  al massimo ci potranno assicurare il trenta per cento del fabbisogno; il restante settanta per cento, dovrà essere ricavato importando petrolio, costoso e inquinante, gas, o,  energia dai paesi che la ricavano dalle centrali nucleari.
Nel nostro Paese, la diffusione di pannelli fotovoltaici e torri eoliche si è sviluppata grazie ai seducenti incentivi statali, finanziati a spese di tutti noi contribuenti, compresi  i lavoratori dell’ALCOA che quindi hanno pagato tre volte quella scelta referendaria: come cittadini, come contribuenti e come lavoratori.
La disinformazione, una certa pusillanimità caratteriale, hanno un prezzo.
Ora gli incentivi sono stati ridotti. Qualcuno del governo ha ragionato.
Cesare Zaccaria
Oggi,11 novembre 2012, il Corriere Della Sera, a firma Ernesto Galli Della Loggia, scrive: uno dei peggiori flagelli dell’ultimo quindicennio: l’invasione delle pale eoliche.
Numero delle pale eoliche nell’anno 2011: 4.851!
La loro altezza oscilla tra i 125 e i 170 metri, ognuna con una base di calcestruzzo di 20 metri di lato per 3 di spessore, nonché pali di fondazione sprofondati nel terreno per almeno 20-25 metri.
In tutta Italia, il paesaggio che abbiamo tanto amato, rischia di essere un semplice ricordo.
Ma, c’è un altro flagello: quello dei pannelli fotovoltaici, installati grazie agli incentivi statali finanziati da tutti noi contribuenti.
Prossimamente forniremo i danni che producono. Intanto, prefiguratevi cosa succederà quando tra pochi anni saranno abbandonati, semidistrutti dai vandali,  completeranno la nefasta azione di offesa del territorio. Ambientalisti, dove siete?
Cari amici che mi leggete, non vi fate condizionare; per farsi delle idee politiche, bisogna informarsi, in caso contrario danneggiate voi stessi e il vostro Paese.
Quello che vedete di fronte ai vostri occhi, è solamente una piccolissima parte della realtà, spesso ingannevole. Le statistiche si fanno con i grandi numeri.
CESARE ZACCARIA                   4 novembre 2012
   

Evasione fiscale, fuga dall’Italia di cittadini e imprese, perché?
L’evasione fiscale oltre ad essere un reato, è anche una pratica immorale. Essa sottrae risorse al Paese e altera i corretti rapporti di concorrenza tra le imprese danneggiando quelle che operano nel rispetto delle regole.
Il nostro Paese è detentore del record di evasione fiscale tra tutti i Paesi dell’UE. Oltre a questo, è detentore di un altro record: quello della più elevata pressione fiscale. Tra i due fenomeni vi è una stretta correlazione di causa ed effetto. Uno dei due è causa dell’altro. Chi è nato prima? L’uovo o la gallina? Una delle due ipotesi potrebbe essere che gli Italiani sono votati all’evasione per motivi genetici. L’altra ipotesi sostiene che quando la pressione fiscale supera determinati limiti, e non si può dubitare che nel nostro Paese questi limiti vengono abbondantemente travalicati, il cittadino anziché essere chiamato dallo Stato ad una  giusta contribuzione sui proventi delle proprie attività, si trova ad essere sottoposto ad una sorta di rapina di Stato. In tale ipotesi, l’evasione fiscale sarebbe interpretata come legittima difesa e di conseguenza una pressione fiscale così elevata sarebbe causa e giustificazione della grande diffusione dell’evasione.
La conferma di questa ipotesi è correlata ad altri fenomeni: la fuga di capitali,  d’imprese o di semplici cittadini. Ma anche ad un drammatico fenomeno: un certo numero di piccoli imprenditori  innanzi alla prospettiva del fallimento delle proprie imprese e alla conseguente necessità del licenziamento dei dipendenti, sono arrivati al suicidio. Certo che un cittadino che fugge dal proprio Paese o un imprenditore che sposta la propria attività all’estero o che addirittura arriva al suicidio, non lo fa per capriccio. Le aziende che delocalizzano la produzione, contrariamente a quanto viene fatto credere, non sono indotte a questo passo né comodo, né facile dal minor costo della mano d’opera all’estero: i salari dei lavoratori italiani sono i più bassi della U.E., ma da una serie di fattori tra cui ai primi posti proprio l’eccessiva pressione fiscale. 
Stando così le cose, perché il governo non abbassa l’entità della pressione fiscale? Perché ha bisogno di risorse per il mantenimento degli impiegati statali, degli ospedali, e dei numerosi enti pubblici istituzionali, compresa l’attività parlamentare. Allora, tutto bene? No, per niente bene, perché ad onta di una pressione fiscale che abbiamo visto produrre effetti così disastrosi, le entrate fiscali  non sono aumentate ma hanno registrato una contrazione. In conseguenza di ciò, le ulteriori manovre governative, si stanno caratterizzando per  numerosi tagli, dai tribunali ai posti letto negli ospedali, all’assistenza sociale, manovre ancora una volta, fortemente recessive. E’ stato messo in moto un micidiale meccanismo dagli effetti perversi che si autoalimenta potenziandosi.
Altro che governo dei tecnici, dilettanti allo sbaraglio!  Che cosa avrebbe dovuto fare il governo? Elementare Watson. La ricchezza di un paese è rappresentata dal cosiddetto PIL, acronimo che sta per Prodotto Interno Lordo, cioè la quantità di beni di consumo o servizi, prodotti dai cittadini, dalle aziende, piccole e grandi che siano. Quindi, niente ricchezza, ma anche niente introiti tributari  senza crescita e sviluppo.
Con questa pressione fiscale, il PIL è condannato a morte. E poi, bisogna eliminare tutti gli ostacoli che impediscono crescita e sviluppo. Continuiamo ancora una volta a farne l’elenco: riforma della giustizia, riforma e semplificazione della burocrazia, adeguare alle reali necessità del Paese, infrastrutture informatiche e stradali, porti aeroporti, scuola.
Per evitare i tagli, che come le cronache ci mostrano, stanno provocando l’insofferenza di strati sempre più vasti di una popolazione usa ad obbedir tacendo, è necessario aumentare la capacità contributiva dei cittadini. La spending review non basta, e la riduzione dei costi della politica per quanto doverosa e richiesta a gran voce, nemmeno. E’ indispensabile puntare su crescita e sviluppo. Non vi è altra strada. Questo è quanto bisogna chiedere a gran voce a questo o a qualunque governo.
Non ha importanza il colore del gatto, la cosa importante è che acchiappi i topi. Ci troviamo in questa drammatica situazione perché parecchi Italiani si sono dimostrati più interessati al colore del gatto che ad altro.

CESARE ZACCARIA – ANZIO                 9 DICEMBRE 2012
  

La miseria che avanza


La miseria che avanza
La cronaca ci propina di frequente scandali di politici che si arricchiscono spropositatamente alle spese dei contribuenti o dirigenti pubblici e privati che percepiscono emolumenti che arrivano a milioni di euro.
 Nel passato  il divario tra i ricchi e la popolazione comune, tra l’operaio e il dirigente o il proprietario della fabbrica non era così’ stratosferico come si vede oggi.  La forbice tra ricchi e poveri si allarga a dismisura: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. La ricchezza non è più appannaggio del mondo dell’industria, della produzione, oggi si colloca nel mondo della finanza, anzi nel mondo della cosiddetta ingegneria finanziaria, dei derivati, strumenti nati per mitigare i rischi insiti negli investimenti in borsa e che poi si sono trasformati in veri e propri sistemi truffaldini.
 Sostanzialmente questa è la genesi della crisi nella quale oggi si dibatte soprattutto la vecchia Europa  ma le cui conseguenze abbracciano il mondo intero. Non solamente i poveri diventano sempre più poveri, essi diventano sempre più numerosi. La povertà aggredisce il ceto medio, la borghesia, la classe depositaria della cultura, della buona educazione, delle tradizioni, dei valori civili.
La sera, mi capita molto frequentemente di osservare tante persone frugare all’interno dei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di qualcosa da recuperare. Spesso sono immigrati, ma la percentuale di connazionali aumenta ogni giorno di più. Ieri sera ho  visto un signore anziano abbigliato con un certo decoro che estraeva dal cassonetto un sacchetto, ne svuotava il contenuto e con il sacchetto vuoto nelle mani, entrava nel supermarket prospiciente. Evidentemente per fare la sua spesa intendeva risparmiare i dieci centesimi del costo del sacchetto.
La nuova società che si va delineando è questa: la progressiva scomparsa della classe di mezzo, pochi ricchi ma sempre più ricchi, e tutti gli altri poverissimi, i nuovi servi della gleba sempre. più poveri e indifesi.
Il cosiddetto governo dei tecnici, i cui componenti appartengono prevalentemente al mondo della finanza che abbiamo descritto, che ha appena concluso il suo iter, altro non ha fatto che esasperare il fenomeno: ha attinto spietatamente nei risparmi della borghesia e del proletariato,e ha fatto piombare il Paese in una drammatica recessione senza precedenti.
Gran parte dei cittadini hanno accettato con santa rassegnazione i sacrifici a cui sono stati obbligati, convinti che tali sacrifici serviranno a migliorare la situazione generale. Errore! Questi sacrifici sono essi stessi causa della recessione, della fuga dal Paese di capitali e imprese, della drammatica perdita di posti di lavoro.
Le conseguenze di tale nefasta politica si manifesteranno negli anni a venire, a prescindere dalle politiche dei governi più o meno responsabili e illuminati che raccoglieranno l’eredità ricevuta.
Cesare Zaccaria                                           25 dicembre 2012



La UE (Unione Europea) boccia l’IMU
     Sia pure con linguaggio diplomaticamente misurato, l’Unione Europea boccia l’IMU. Questa tassa gabellata dal governo Monti come cura per il bene dell’Italia, ha contribuito come le altre misure adottate, a creare povertà e recessione.
Una buona parte dei cittadini Italiani accetta con cristiana rassegnazione la cura Monti, nell’errata convinzione che più i sacrifici richiesti sono dolorosi, tanto più porteranno alla salvezza del Paese. Nulla di più errato!
 La pretesa cura, è essa stessa un virus malefico, è essa stessa la causa della grave malattia  che ci ha fatto arretrare di decenni. Ha causato migliaia di chiusure di aziende, grandi, quelle poche che ci rimanevano, e tante, tantissime, medie e piccole, con il tristissimo quanto prevedibile corollario di migliaia di posti di lavoro perduti, di altrettanto prevedibile minore introito tributario, di arretramento del PIL  e quindi in percentuale di aumento del debito pubblico. Il cane che si morde la coda.
Lo stesso Monti sia pure a denti stretti ha dovuto ammettere che ha commesso degli errori, ovviamente attribuendone la colpa ai governi precedenti promettendo che se lo perdoniamo rinnovandogli il mandato, per il futuro cambierà registro.
L’indicazione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano di collocare alla presidenza del consiglio dei ministri un esponente del mondo della finanza speculativa artefice della più grave crisi economica mondiale quale il professore Mario Monti, proveniente dalla Morgan Stanley ora incriminata per truffa finanziaria, non si sarebbe potuta rivelare più improvvida.
Tale giudizio ha sortito il miracolo inconsueto di trovare all’unisono destra e sinistra.
 La CONSOB americana, la SEC, ha incriminato 13 manager della Morgan Stanley per insider trading, frode per un ammontare di ben 15 milioni di dollari!
L’untore al capezzale dell’ammalato! Sic et simpliciter!
Cesare Zaccaria – Anzio                           9 gennaio 2013

LA CURA MONTI
Fuggono le imprese;
Fuggono i cervelli;
Fuggono i cittadini: 6mila Italiani trasferiti in Svizzera;
Fuggono gli immigrati: 3mila cinesi lasciano l’Italia;
Bloccare quest’emorragia?
 Semplice: LA FUGA MONTI

Cesare Zaccaria – Anzio    gennaio 2013

Conseguenze di una sentenza


Conseguenze di una sentenza
La sentenza che ha condannato il dott. Silvio Berlusconi ad assegnare all’ex moglie Veronica Lario il pagamento mensile della somma incredibilmente spropositata di tre milioni di euro  vita natural durante, ha suscitato vari commenti. C’è chi afferma che il collegio giudicante non fosse compos sui, ossia nel pieno possesso delle facoltà mentali. Altri invece ritengono che la sentenza fosse stata ben meditata e mirasse ad arrecare il maggior danno possibile all’onorevole Silvio Berlusconi. Insomma, ritengono che sia uno dei numerosissimi tentativi di eliminare dalla scena politica un personaggio che gode di largo seguito tra gl’ italiani.
I fondamenti giuridici della sentenza di Milano dovrebbero essere quelli insiti nel disposto dell’art. 156 del codice civile che così recita:
156. Effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra coniugi.Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri.
L’applicazione sensata e generosa del citato articolo del codice civile, sarebbe potuta essere l’assegnazione di un vitalizio di trentamila euro mensili.  Tre milioni di euro al mese, sono una cifra irragionevole, spropositata, inaccettabile.
Ci auguriamo che la sentenza sia riformata anche perché in caso contrario, si aggiungerà ulteriore discredito ad un sistema giudiziario inetto, non al di sopra delle parti perché fortemente politicizzato a favore di una sola delle fazioni in campo, e urgentemente bisognoso di una drastica  riforma. 
 Nell’immediato dopo guerra, il nostro Paese era seriamente minacciato dall’espansionismo dell’Unione Sovietica che aveva in Palmiro  Togliatti, un cavallo di Troia senza scrupoli. Alcide De Gasperi con il dichiarato scopo di erigere un baluardo politico a difesa del grave immanente rischio della perdita della nostra sovranità e di tutte le libertà costituzionali incitò gli Italiani a mobilitarsi organizzandosi in una nuova formazione politica.  Fu così e per questo importante motivo che nacque il partito denominato Democrazia Cristiana.
Sotto l’illuminata guida di De Gasperi, l’Italia conobbe un periodo di grande espansione. Il futuro appariva incoraggiante e gli italiani animati da grande dinamismo. Il benessere si diffondeva in tutti gli strati della popolazione.
Purtroppo, successivamente alla morte di De Gasperi che aveva tenuto a bada l’aggressività della minoranza comunista, la DC, minata dalla presenza nel suo interno di elementi infiltrati e corrotti, stipulò con gli avversari politici un patto scellerato conosciuto come “ Compromesso storico”.
Da allora iniziò il declino del nostro Paese culminato con il’68, il terrorismo, l’assassinio di Aldo Moro, le Brigate Rosse,  attualmente in sonno ma ancora minacciose, gli anni di piombo e così via.
 Nell’anno 1993, il pericolo comunista che si stava manifestando in proporzioni non più eludibili, indusse il dott. Silvio Berlusconi imprenditore di spiccate capacità a replicare l’operazione di De Gasperi di anni prima, con la fondazione dei circoli di Forza Italia che nello spazio di pochissimi mesi divennero il primo partito del Paese.
 Fu la famosa “discesa in campo”.  Il prof.Mario Monti ha voluto emulare l’operazione cimentandosi in salita, ma ben presto si è reso conto di non avere misurato a sufficienza le proprie forze.
Dal  momento della discesa in campo, il dottor Berlusconi, che aveva sconvolto i piani della sinistra è stato oggetto di una scandalosa e intollerabile persecuzione per un Paese normale, attuata con ogni mezzo, lecito e spesso illecito, compreso l’uso strumentale della giustizia, nonché additato all’odio viscerale, irragionevole, feroce, di buona parte del popolo della sinistra ora orfano del comunismo, anzi dello stalinismo, che è stato la peggiore declinazione della fallimentare utopia comunista. La persecuzione si è dispiegata su diversi fronti: con l’ostruzionismo politico, per impedirgli l’esercizio del governo del Paese, esercizio già di per sé assai limitato da una costituzione eccessivamente garantista, con la lotta senza quartiere alle sue aziende, persino con il tentativo di assassinarlo, tentativo fortunatamente non riuscito quantunque ben organizzato e che peraltro mostrò tutto l’odio degli oppositori che si espressero con migliaia di post di feroci insulti e contumelie su You Tube contro il Tartaglia, per non essere stato capace di assassinarlo.
Degna di menzione la vicenda STANDA. La STANDA magazzino degli Italiani di antica tradizione, subentrato nella proprietà di Silvio Berlusconi, aveva assunto immediatamente un’eleganza, un’organizzazione tale, da trasformarla in un’azienda leader di successo. Immediatamente il tam tam della sinistra, esortava all’ostracismo della Standa. Invitava gli italiani a non fare acquisti alla Standa. Contemporaneamente alcuni punti vendita furono vittime d’incendi e per decisione della magistratura furono obbligati alla chiusura per anni fino alla decisione di Silvio Berlusconi di disfarsene. Oggi, la Standa non esiste più e al suo posto vediamo l’apertura di alcune catene distributive straniere, segnatamente francesi a tutto vantaggio dei paesi competitori.
Apriamo una parentesi, parliamo di matrimonio. Il matrimonio è la più fondamentale istituzione sociale. Ora versa in una profonda crisi. La tradizione del matrimonio religioso si sta perdendo. I matrimoni civili hanno effettuato il sorpasso di quelli tradizionalmente religiosi. Le coppie celebrate sia con l’uno sia con l’altro rito, dopo pochi anni si separano, con le gravissime conseguenze che ognuno s’immagina per i figli, pochi, pochissimi.
L’alternativa sono le coppie di fatto, anch’esse di breve durata. Verosimilmente, la sentenza nella separazione Lario/Berlusconi assesterà il colpo di grazia a un’istituzione già in crisi. Possiamo ben dire al collegio giudicante ciò che disse Francesco Ferrucci nell’anno 1530, già ferito gravemente nella battaglia di Gavinana a Fabrizio Maramaldo che lo colpiva a morte: “ Vile, tu uccidi un uomo morto”.
Se la sentirà in futuro il titolare di un’azienda industriale, commerciale, o d’altra natura, di unirsi in matrimonio con una donna che nel caso assai probabile, come abbiamo visto, di separazione, sarà obbligato dal tribunale a cedere metà del valore del suo patrimonio alla moglie separata? Alla rovina del matrimonio farà seguito la rovina del patrimonio e le conseguenze si faranno sentire anche per l’economia nazionale in quanto potranno segnare la chiusura di molte aziende.
Cesare Zaccaria – Anzio                                  Sabato 12 gennaio 2013